TONI BELLUCCI
Artista

Toni Bellucci è nato a Gubbio (PG) il 21 marzo 1953. Nel 1971 si diploma Maestro d’Arte “Sezione Legno” e nel 1973 consegue la maturità d’Arte Applicata “Sezione Tessuto” presso l’Istituto Statale d’Arte di Gubbio.

Frequenta per alcuni anni i corsi di pittura e scultura presso l’Accademia “Pietro Vannucci” di Perugia. In seguito lavora come assistente nello studio dello scultore Aurelio De Felice. Nel 1976 viene invitato da Enrico Crispolti alla Biennale d’Arte “Gubbio 76”; in quell’occasione incontra Mirella Bentivoglio, con la quale instaura una costante collaborazione. Da quel momento si dedica alla ricerca ed alla sperimentazione utilizzando i più svariati materiali. Le sue opere si trovano presso numerose raccolte pubbliche e collezioni private.

Nel 2005 su invito di Giorgio Bonomi realizza una scultura in ferro (Pennino-scrittura) nel Parco Ranghiasci di Gubbio per il costituendo Museo della Scultura Contemporanea.

Biblioteca Ermetica

La natura è rappresentata dalla lava e dalla terra (argilla), l’uomo ha invece il ruolo di manipolatore estetico dei due materialiL’artificio, rimanda ai procedimenti degli antichi alchimisti, con i loro instancabili esperimenti per raggiungere il loro scopo filosofico: la trasmutazione della materia, scoprendo che il più grande dei laboratori è il mondo che li circonda. La scelta dei due materiali, la lava e la terra, non è casuale, perché entrambi hanno in comune lo stesso procedimento per arrivare all’oggetto finito.Nella lava, quando esce incandescente dal vulcano e trova acqua e aria nel suo cammino, avviene un processo naturale di riduzione; nella terra, con il procedimento “raku” (antica tecnica ceramica giapponese) l’oggetto realizzato dall’uomo viene cotto in forni, tolto incandescente e immerso in acqua, ottenendo anche in questo caso una riduzione, ma artificiale, perché voluta dall’uomo.

”Tu mi insegni ciò che hai bisogno di imparare”: in questa operazione, tra concettuale e arte povera, l’opera è molto presente e significativa.Il lavoro si basa su connotazioni ben precise: la natura, l’uomo, l’artificio (simbolicamente alchemico).