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G.A.I.A

Il nome G.A.I.A. è un acronimo che rivela gli intenti e lo spirito dell’Associazione che intende sviluppare la consapevolezza di sé, delle relazioni con gli altri e con il nostro pianeta.

G.A.I.A. infatti vuol dire “Genitori, Alunni, Insegnanti, Associati” e fa riferimento anche al nome greco del nostro pianeta Terra e alla nota “Ipotesi ecologica GAIA” formulata nel 1979 dallo scienziato inglese James Lovelock e dalla microbiologa statunitense Lynn Margulis.

Novità di  G.A.I.A. : 

  • E’ l’unica associazione che riunisce realtà spesso separate o in conflitto come quella degli insegnanti, dei genitori e degli alunni (solitamente si creano associazioni settoriali)
  • E’ l’unica associazione che aggrega in un solo contenitore, insegnanti della scuola materna, della scuola primaria (ex scuola elementare), della scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) e  di secondo grado (ex scuola superiore), permettendo così di oltrepassare i consueti ostacoli di comunicazione/collaborazione tra gli insegnanti dei vari ordini scolastici
  • E’ l’unica associazione che, attraverso una struttura organizzativa ORIZZONTALE E CIRCOLARE, favorisce la partecipazione attiva di TUTTI i suoi associati.

GAIA è infatti organizzata come una MARGHERITA:

  • il petalo rappresenta il gruppo lavoro che ognuno degli iscritti può attivare a partire da uno specifico interesse personale
  • la parte centrale gialla del fiore rappresenta il gruppo di soci che regolarmente partecipa , con cadenza mensile,  agli incontri di riflessione/organizzazione
  • lo stelo che sorregge il fiore rappresenta il Gruppo dei Garanti che ha il compito di far si che le attività dei “petali” sia in armonia con i principi ispiratori l’Associazione.

       La struttura organizzativa a Margherita permette quindi di superare l’atteggiamento di “delega passiva” (“perché non organizzate questa attività?”) che ‘implicitamente’ agisce all’interno delle tradizionali strutture organizzative “a piramide” (composte dal Presidente, dal consiglio direttivo, eccetera). Questo è un aspetto molto importante, perché delegare ad altri anche quella piccola parte che possiamo fare, è un atteggiamento mentale non adeguato alla complessità dei problemi del mondo contemporaneo.

Attraverso le nostre attività intendiamo creare le condizioni per…

  • … migliorare le relazioni e la comunicazione tra figli < e > genitori < e > insegnanti < e > alunni
  • … creare una rete di comunicazione tra insegnanti dei vari ordini scolastici e dei vari Istituti compresivi
  • … crescere insieme umanamente e culturalmente
  • … ampliare la cultura ecologica attraverso lo sviluppo della consapevolezza dell’essere parte del pianeta e non semplici fruitori
  • … coltivare lo stato d’animo e la disposizione interiore alla non-violenza e alla pace in modo da ‘curare’ anche i rapporti quotidiani
  • … ampliare il nostro modo di pensare per poter comprendere meglio la complessità del mondo esterno globalizzato  e  la ricchezza del mondo interno popolato da emozioni profonde

Con tali presupposti, l’Associazione, seppur orientata al mondo della scuola,  

si rivolge a tutte le persone desiderose di contribuire al miglioramento della convivenza con gli altri e con il pianeta!!

Come realizzare un orizzonte così ampio?

Organizzando conferenze, corsi di formazione per insegnanti, incontri di riflessione con genitori e ragazzi, convegni aperti alla cittadinanza, incontri con autori di libri e con esperti di varie discipline, eventi musicali, visite culturali nella nostra città o in altri luoghi, momenti conviviali e ricreativi, e molto altro …il tutto con GAIEZZA…

Siamo Visionari e Utopisti?

Certo!

Lo siamo nel senso che intende lo scrittore uruguayano Edoardo Galeano:

“L’utopia è come l’orizzonte: camminiamo e l’orizzonte si sposta più in là. Per quanto camminiamo, non la raggiungeremo mai.

A cosa serve allora l’utopia? Serve proprio a questo: a camminare”.

L’utopia, u-topos, il non-luogo, è ciò che si trova oltre l’orizzonte;

è qualcosa che possiamo immaginare ma non vedere;

qualcosa come quel “I have a dream!” (Ho un sogno) di Martin Luther king;

qualcosa che dà la forza di intraprendere un cammino per abbracciare orizzonti sempre più ampi.

Ed è questo il nostro spirito: camminare passo dopo passo, incontro dopo incontro, evento dopo evento, riunione dopo riunione, in modo da tessere pazientemente quella trama di relazioni ed emozioni che sono l’essenza della nostra vita!… perché, anche se non ne siamo consapevoli, siamo fatti della stessa sostanza delle storie!!…e tutte le storie hanno una trama!

Parole chiave

  • CONSAPEVOLEZZA di sé e delle relazioni con il mondo a cui si appartiene
  • ASCOLTO delle proprio emo e delle emozioni, bisogni, desideri degli Altri
  • CONDIVISIONE/DIALOGO  come apertura alla vita e al confronto
  • PACE intesa come disposizione d’animo alla benevolenza, al rispetto dell’Altro. Vuol dire coltivare pazientemente la propria anima per superare quei “muri interni” che ci proteggono dal “diverso”.
  • ECOLOGIA intesa come Ecosofia. E’ vero che l’uomo moderno comincia a comprendere che è necessario uno “sfruttamento” più ragionevole delle risorse naturali.

Ma sempre di “sfruttamento” si tratta.

Occorre fare un passo avanti, un salto.

La Natura non è a disposizione per la realizzazione dei nostri bisogni EGOcentrici. Non siamo i padroni del Mondo. L’essere umano è uno dei tanti esseri viventi che fanno parte della Natura.

Occorre passare dall’ EGO  all’ ECO (etimo: casa, ambiente).

L’ INIZIO

Sappiamo che tutto ciò che facciamo nella vita ha inizio con un’idea. Anche GAIA è nata da un’idea. O meglio, da alcune domande che andavo ponendomi man mano che, nel mio lavoro di psicoterapeuta presso la Usl di Perugia o di formatore, incontravo insegnanti, genitori, ragazzi e accoglievo la stessa sensazione di solitudine, di frustrazione e di scoraggiamento per il non sentirsi compresi.

Genitori, Insegnanti, Ragazzi. Tre mondi sovente separati dal muro dell’incomunicabilità; divisi dalla convinzione di avere obiettivi contrapposti. Tre mondi che tendevano alla chiusura su se stessi e che non riuscivano a intravedere gli obiettivi comuni oltre il ‘muro’.

E ancora, domanda delle domande (che riguarda anche l’intera umanità):

Come passare dalla DIVISIONE alla CON-DIVISIONE?

v i v e r e   n e l  m i g l i o r  m o d o  p o s s i b i l e

c o n   s e   s t e s s i   e  c o n   g l i   a l t r i

Tante sono le ragioni del malessere dei nostri giorni, ma in fondo c’è l’aver dimenticato che vivere è sempre convivere.

La nostra essenza profonda è l’Essere in Relazione.

Erroneamente crediamo che “prima siamo e poi conviviamo”.

Questa semplice considerazione mi è parsa essere la chiave di volta dell’Associazione GAIA.

Così pensai, come primo passo, di creare un gruppo (un “insieme”) unito dall’interesse comune di migliorare la convivenza tra insegnanti, genitori, figli/alunni e persone in genere.

Ho cominciato così a contattare, una ad una, le persone che avevo avuto modo di conoscere nei tanti anni di attività professionale e che mi erano sembrate avere una disposizione all’apertura, al dialogo, al cambiamento e quindi desiderose di condividere con gli altri un cammino di crescita umana, professionale, sociale.

Dopo una lunga preparazione del gruppo iniziale, Il 2 luglio 2021 ci fu il primo incontro tra giovani studenti, insegnanti e genitori per condividere l’itinerario del nostro viaggio. Iniziai l’incontro raccontando una storia:  

Un pellegrino, dopo alcuni giorni di cammino, si trovò a passare per una cava di pietra. Qua e là degli uomini, seduti per terra, scalpellavano grossi frammenti di roccia per ricavarne blocchi squadrati.

Il pellegrino si avvicinò al primo degli uomini che impolverato e sudato continuava a sagomare le pietre. “Che cosa fai?”, chiese il pellegrino.

“Non lo vedi?” rispose l’uomo con tono stanco. “Mi sto ammazzando di fatica”.

Il pellegrino riprese il cammino. S’imbatté presto in un secondo spaccapietre altrettanto sudato e impolverato.

“Che cosa fai?”, chiese anche a lui il pellegrino.

“Lavoro da mattino a sera per mantenere mia moglie e i miei bambini”, rispose l’uomo.

In silenzio, il pellegrino riprese a camminare quando incontrò un terzo spaccapietre. Era sudato e impolverato come gli altri ma aveva una espressione serena.

“Che cosa fai?”, chiese il pellegrino.

“Sto costruendo una cattedrale” rispose l’uomo, sorridendo con fierezza.

E con il braccio indicò la valle dove si stava innalzando una grande costruzione, ricca di colonne, di archi e di guglie di pietra grigia.

Sull’onda emotiva evocata da questa storia, invitai i presenti a raccontare le proprie esperienze scolastiche. I primi a parlare furono le/gli insegnanti che scelsero di condividere la propria esperienza di alunne/i.  

Ciò permise un evidente cambiamento dell’iniziale atteggiamento di  diffidenza da parte dei giovani. Tanto che al termine dell’incontro una ragazza esclamo:

“Ora vedo la cattedrale!”.

La scintilla si era accesa! Eravamo sulla giusta via!

PRINCIPI ISPIRATORI E IDEE FONDANTI

Il pensiero che sottende le riflessioni e le iniziative di GAIA è quello umanistico-filosofico-psicoanalitico. Pensatori di riferimento della nostra epoca sono gli psicoanalisti Vincent Alfred Morrone e Luis Chiozza, il filosofo-teologo Raimon Panikkar, il filosofo-sociologo teorico della complessità Edgar Morin, l’antropologo-sociologo teorico della comunicazione Gregory Bateson.

Presupposto di fondo è che l’essere umano si sviluppa all’interno di relazioni e contesti complessi: la relazione tra cellule ed organi, la relazione tra emozioni/pensieri coscienti e inconsci, la relazione tra persone, gruppi, culture, fino alla relazione con la natura e il cosmo.

La dimensione relazione rappresenta pertanto il “luogo” entro il quale la propria soggettività nasce, si struttura ed evolve bio-psicologicamente sin dal grembo materno e dalle primissime relazioni madre-bambino e successivamente padre-madre-bambino.

E’ attraverso la reciproca influenza all’interno del gruppo familiare che si struttura l’appartenenza primaria.

La scuola, a partire dai servizi educativi (nidi) e dalle scuole dell’infanzia, rappresenta il gruppo di appartenenza secondaria che contribuisce all’interiorizzazione dei valori culturali e concretizza l’apprendimento nei suoi aspetti strumentali, socio-relazionali, etico e morale. 

In breve, possiamo dire che l’associazione, operando con l’intento generale di migliorare le relazioni tra essere umani, si propone di offrire occasioni per agevolare l’evoluzione delle risorse contenute in ogni persona, secondo il proprio progetto originale e prezioso, unico e irripetibile in armonia con il proprio contesto. Vuol dire seguire l’invito socratico “conosci te stesso” ma più ancora il proposito di Platone “sii te stesso”.

A  PROPOSITO  DELL’ IPOTESI  GAIA

Come già detto, Gaia è il nome greco del pianeta Terra ed è il nome assegnato al nostro pianeta dal geologo scozzese Hutton nel XVIII secolo. Nel 1979, lo scienziato inglese James Lovelock  ha utilizzato questo nome per designare l’esito delle proprie ricerche inerenti il pianeta Terra. Ricerche intraprese con la collaborazione della biologa Lyn Margulis e che permisero di sviluppare la nota “Ipotesi GAIA”.

Tale ipotesi teorizza che l’intero pianeta è un unico sistema in equilibrio dinamico. Vale a dire che tutti gli esseri viventi, dalle piante ai microrganismi, dagli insetti fino all’uomo, partecipano allo sviluppo della Biosfera (l’involucro esterno alla superficie terrestre) senza la quale non ci sarebbe vita sul pianeta.

Ciò comporta un importante cambio di prospettiva: il pianeta non è a nostra disposizione.   La natura non è un “oggetto” ad uso e consumo dell’essere umano! Non siamo i padroni della Terra! Non abbiamo nessun diritto, ma soprattutto, nessun vantaggio a “sfruttare” la Terra! E’ bene invece averne cura! La Terra non ha bisogno di noi essere umani! Siamo noi ad averne bisogno! La nostra Madre Terra…

Si può migliorare la convivenza tra persone senza avere attenzione e cura di ciò che ci circonda?

DARSI  PACE

La cura della Pace per noi vuol dire avere cura delle relazioni umane nella vita quotidiana come nei rapporti internazionali. Ciò non può prescindere dal coltivare un atteggiamento di “non-violenza”.

Possiamo chiederci se la nostra cultura alimenti, anche nella vita quotidiana, la cultura della pace e della non violenza, o al contrario la cultura del conflitto, dello scontro, della guerra.  Se poniamo attenzione al linguaggio corrente troviamo espressioni che fanno propendere per la seconda ipotesi :

armarsi di ragione, combattere le malattie, guerra al virus, bombardare le cellule malate, essere vincenti, controbattere, vincere le paure, sconfiggere l’avversario politico, terreno minato, difendere un’idea, conquistare una donna, scontro di opinioni, un argomento che è il cavallo di battaglia, fare un blitz, il conflitto è il motore della storia, e tante altre parole ed espressioni.

Per non dire delle trame dei film o dei cartoni per bambini dove si risolvono le dispute quasi sempre con la violenza, la vendetta…

La cultura della contrapposizione, che soppianta interamente quella del dialogo, si evidenzia drammaticamente nelle relazioni internazionali: attualmente sono in atto circa 60 conflitti armati nel mondo, oltre ai due conflitti alle porte dell’Europa ed in Medio Oriente. E’ ciò che ha fatto dire a Papa Francesco che “siamo di fronte ad una terza guerra mondiale a pezzi”.

Ciò ci fa dire che  la pace non può essere solo assenza di guerra. Fermare le guerre è solo un primo importantissimo passo. Ma la pace va coltivata ogni giorno se, in accordo con il filosofo Baruch Spinoza, la consideriamo una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia.

Nel 1932 Freud scriveva ad Einstein: “Siamo pacifisti convinti perché sappiamo che ci sono altre vie, oltre la guerra, per risolvere le controversie tra nazioni. E sappiamo che la guerra contraddice l’atteggiamento psichico che promuove il processo civile: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te!”.

Su questa scia di pensieri, GAIA intende promuovere la maturazione di quel senso di  fratellanza a cui esorta il pensiero di Martin Luther King: “Abbiamo imparato a volare come uccelli, a nuotare come pesci, ma non abbiamo ancora imparato a vivere come fratelli”. 

(a cura di Mauro Benedetti)